giovedì 19 giugno 2008

Felicità

Il mio lavoro all'ICE ultimamente consiste sempre più nella manipolazione di dati per il "Desk Paesi dimenticati da Dio", che, parafrasando un termine molto in voga, ossia "Help Desk", per comodità chiamerò l'Hell Desk. Nella fattispecie, mi trovo sempre più spesso ad analizzare il Prodotto Interno Lordo di una Nazione, misurato, a seconda dei casi, sia direttamente (a prezzi correnti, a prezzi costanti, in parità di potere d'acquisto,...) sia indirettamente (percentuale di spesa sul PIL, rapporto deficit / PIL e chi più ne ha più ne metta).

Sembrerebbe dunque che il PIL rappresenti l'elemento essenziale per definire lo status di un Paese e in effetti tutti vi diranno che è così, tranne una persona: Jigme Singye Wangchuck, quarto Druk Gyalpo (Re Dragone) del Bhutan. Secondo la sua dottrina, il progresso del suo Regno non si può misurare in termini di Prodotto Interno Lordo, anche perché, mi permetto di aggiungere, non c'è molto da misurare, bensì in termini di Felicità Interna Lorda. Ovviamente non esiste una definizione quantitativa della FIL, anche se in tempi recenti alcuni psicologi americani hanno cercato di individuare una serie di fattori misurabili matematicamente per giungere ad una definizione univoca.

Solo l'unico Stato Lamaista, (Buddhista tibetano) del nostro pianeta, se escludiamo l'Autorità Tibetana in esilio, arroccato sulle vette himalayane che separano l'India dalla Cina, poteva inventare un tale sistema di misurazione del benessere di una Nazione. Può sembrare uno scherzo, ma da un qualunque sito governativo bhutanese si evince come la FIL sia il principio ispiratore di tutte le politiche, sia interne che nei rapporti con l'estero: basti pensare che un'azienda straniera che investe in Bhutan non può assumere più di cinque non bhutanesi, di modo da non rendere infelici quei bhutanesi che si trovassero senza lavoro per colpa di uno straniero.

I dati sulla FIL in Bhutan sono abbastanza confortanti, secondo il
National Statistic Bureau of the Kingdom of Bhutan, il 45,2% della popolazione bhutanese si può definire very happy e il 51,6% come happy, lasciando solo un 3,2% dei Bhutanesi not very happy.

Mi chiedo quale sarebbe la FIL dell'Italia ma di sicuro so di una persona che, grazie a più di diciassette milioni di amici, ora sta facendo, come sempre, i "comodacci suoi" e di sicuro alzerebbe la media.

Meglio il Bhutan.

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