sabato 6 dicembre 2008

Il pacchetto si amplia ulteriormente

Lettore italiano!

Sono lanciatissimo: ho aperto due blog in due giorni!

FARE L'INDIANO vuole essere un contenitore di spunti di riflessione, notizie ed elucubrazioni varie sull'India, il Paese dove vivo e che sto appena incominciando a capire un po', a beneficio del lettore italiano.

FARE NON SOLO L'INDIANO è invece una raccolta dei miei post passati, presenti e futuri sul viaggio, sugli aspetti meno "scontati" del girare il mondo, tralasciando le notizie che qualsiasi guida riporta e parlando un po' più col cuore, sempre a beneficio del lettore italiano.

E chi più ne ha, più ne metta!

venerdì 5 dicembre 2008

Diversificare l'offerta

Nasce oggi, 5 dicembre 2008, FARE L'INDIANO, un contenitore per tutte le mie elucubrazioni sull'India, dove pian piano sposterò tutti i miei post sull'argomento, nell'intento di creare una piattaforma tematica coerente, ma non troppo.

Stay tuned there, too!!!

giovedì 4 dicembre 2008

Argyasudvarhely

Il titolo di questo post non rappresenta gli effetti collaterali del rovesciamento di caffè sulla tastiera del mio vetusto ma ancora arzillo laptop, bensì il nome in ungherese di Curtea de Argeş, cittadina della Romania, al di fuori di molti itinerari turistici, come dimostra la presenza di un unico albergo e di una manciata di cazare (termine che in Romania indica camere in affitto presso privati), ma non per questo priva di fascino. Anzi.

I visitatori che giungono a Curtea de Argeş sono attratti soprattutto dalla Cattedrale fatta costruire nel XVI secolo da Neagoe Basarab, che, a modesto giudizio dell'autore, può tranquillamente contendere il titolo di "mammozzone" alla Basilica di Notre-Dame de Fourvière a Lione, ma a cui sono collegate ben due affascinanti leggende, aventi come protagonista Manole, il capomastro di Negru Voda (versione miticizzata di Neagoe Basarab) incaricato di realizzare la nuova Cattedrale, in luogo della vecchia Chiesa Metropolitana. La prima vuole che una notte a Manole fosse stato rivelato in sogno che l'unico modo per far sì che la sua opera smettesse di crollare ogni notte e durasse nel tempo sarebbe stato quello di murare viva la prima donna che il giorno dopo si fosse recata al cantiere. Con tremenda sorpresa, l'indomani, Manole, il quale si era premurato di avvisare tutti i suoi operai, che per altro fedelmente avevano giurato con il loro capomastro di compiere tale sacrificio si fosse anche trattato di una loro congiunta, vide sua moglie avvicinarsi e, nonostante l'intervento divino invocato da Manole, fu lei a raggiungere per prima il cantiere e il capomastro, ligio al dovere, pur col cuore gonfio di lacrime, la murò viva. Terminati a tanto caro prezzo i lavori, vuole la seconda leggenda, Manole e i suoi operai furono lasciati sul tetto da Negru Voda a morire di inedia, onde evitare che potessero ripetere un tale capolavoro (?) per altri committenti. Qual novello Icaro, Manole fabbricò delle ali e con esse cercò di volare via dal suo amaro destino, ma le ali si spezzarono e lo sventurato capomastro precipitò al suolo, nel punto ancor'oggi segnalato dal Pozzo, ovviamente, di Manole.

A parte le avventure dello sfortunato Manole, raccolte, scopro riverificando le fonti per questo post, nel poema popolare Monastirea Argeşului ("Il Monastero sul fiume Argeş"), non ritengo che la Cattedrale rappresenti il meglio di Curtea de Argeş. Tale titolo spetta alla purtroppo negletta Biserica Domnească, la Chiesa dei Re, fatta costruire da Basarab I, voivoda di Valacchia (r. 1310?-1352). Come il nome e l'architettura interna palesano, la Biserica, vero gioiello di arte d'ispirazione bizantina, doveva servire alle cerimonie di incoronazione dei voivoda e, a tal scopo, fu affrescata secondo gli stili più raffinati dell'epoca. Stupiscono per la perizia e l'accuratezza delle realizzazioni gli affreschi dell'unica navata, destinati a fungere da modello per tutto lo sviluppo dell'iconografia della Chiesa Ortodossa Romena, tra cui spiccano la rappresentazione della Madonna incinta sulla parete a destra, entrando nella Chiesa, e le rappresentazioni delle parabole sulla parete sinistra. Agli amanti della simbologia esoterica non sfuggirà poi il sarcofago di Basarab I, decorato da motivi che poco hanno a che vedere con il cristianesimo.

E qui mi fermo, per non rubare il lavoro alla persona a cui devo l'ammirazione per questo capolavoro: la guida della
Biserica Domnească, vero esempio di come l'amore possa superare qualunque ostacolo. Pur con gravi problemi di salute, la signora Maria disvela con passione e in un perfetto italiano i vari "segreti" della chiesa, riuscendo a coinvolgere il turista e a trasmettergli il suo amore per la Biserica. Se nei vostri giri per il mondo passate da Curtea, fermatevi ed ascoltatela, vi garantisco che il compenso che viene ufficialmente richiesto per la visita guidata vi sembrerà ben poca cosa.

Dopo aver sfoggiato tutto il vostro amore per la cultura, durante il giorno, sfoggiate tutto il vostro amore per la buona tavola, durante la sera, all'ottimo ristorante Sarbesc, specializzato in cucina serba (conclusione forse un po' prosaica, ma doverosa).


La rivedere, Curtea

mercoledì 5 novembre 2008

Ho visto

Ho visto la Gloria degli Antichi nella Valle dei Re.
Ho visto la Miseria dei Moderni nelle baraccopoli di Mumbai
Ho visto la Città dalle sue Torri più alte.
Ho visto le Torri crollare sotto i colpi dell'Odio.
Ho visto cominciare guerre in nome della Libertà.
Ho visto continuare guerre in nome del Profitto.
Ho visto nuvole bianche correre indisturbate sopra i minareti di Istanbul.
Ho visto nuvole scure addensarsi e la tempesta abbattersi su Wall Street.
Ho visto un uomo, incoronato come l'unico portavoce di Dio sulla Terra.
Ho visto i potenti della Terra rendergli opportunamente omaggio.
Ho visto Nazioni ergersi dalla miseria e diventare protagoniste del XXI Secolo.
Ho visto le genti di queste Nazioni guardare al futuro con ottimismo.
Ho visto Nazioni sprofondare nell'impensabile Recessione.
Ho visto le genti di queste Nazioni guardare al futuro con pessimismo.

Ho visto un uomo superare le barriere del pregiudizio, della razza, della paura e gridare al mondo che
si può fare.

Ho sempre più voglia di vedere.

5 novembre 2008

Oggi ho visto il mondo cambiare. Oggi ho visto la Storia. Sono commosso.

martedì 4 novembre 2008

Thriller

Nel 1982 il mondo della musica, a prescindere dai gusti, cambiò per sempre quando Michael Jackson pubblicò Thriller, l'album musicale più venduto di sempre, con ben 108 milioni di copie al 2008. In occasione dell'uscita del singolo omonimo, Michael Jackson si avvalse della collaborazione del regista John Landis (Animal House, The Blues Brothers) per realizzare il videoclip più innovativo mai trasmesso fino ad allora: un vero e proprio cortometraggio diventato negli anni uno dei simboli della carriera del mutante... ehm... del cantante e degli anni '80 in generale.

Quello che né Mickael Jackson, né John Landis potevano immaginare era questo:



Qualche spiegazione, per cui devo ringraziare un utente di Youtube: questo capolavoro è tratto da Donga ("Ladro"), film del 1985 in telegu, la lingua parlata nello Stato di Andhra Pradesh, famoso per il boom del settore dell'informatica, soprattutto nelle città di Bangalore e Hyderabad. Per maggiori informazioni sul film, vi rimando alla pagina dedicata su IMDb.

Non ho altro da aggiungere.

martedì 28 ottobre 2008

Lo voglio!!!!!

A cosa serve lavorare e sudare sette camicie ogni giorno?


A questo!!!!! Lo voglio ora!!!!!



Notte prima del Diwali

Come ogni anno, da migliaia di anni, in India si celebra il Diwali: i balconi e le porte delle case, inclusa ovviamente la mia, si riempiono di piccoli vasetti di terracotta riempiti d'olio, entro i quali uno stoppino viene acceso per indicare alle divinità benevole la via verso casa. Secondo la versione più accreditata nell'India del Nord, le luci vennero per la prima volta accese, in un tempo estremamente lontano, per indicare a Rama, il leggendario Re di Ayodhya, la strada del rientro dalla sua spedizione a Lanka per liberare la moglie Sita dal re-demone dello Sri Lanka, Ravana. Un'altra versione, diffusa in tutta l'India, vuole che le luci vengano accese, più "prosaicamente", per indicare la strada di casa a Lakshmi, la Dea della Ricchezza.

A prescindere dalle credenze di ognuno, come sovente avviene in India, l'aspetto estetico, che qua sovente si traduce nel fare quanta più luce e quanto più rumore possibile, ha un ruolo fondamentale: tutti i palazzi di chi se lo può permettere sono incorniciati da fasci di lampadine colorate, o avvolti in cascate di luci; le vetrine dei negozi di alimentari si riempiono dei mille colori delle composizioni di dolci che solitamente si regalano in questa occasione; le showroom dei quartieri più abbienti espongono i loro prodotti secondo uno stile che ricalca fortemente quello adottato in Occidente durante il Natale.

Ma, per avere tanta luce e, ancora più importante, parecchio rumore, cosa c'è di meglio dei fuochi d'artificio? Niente, e infatti la notte prima del Diwali tutti sono intenti a provare l'arsenale di botti, fischioni ed altri giochi pirotecnici che nulla hanno da invidiare al migliore capodanno napoletano, inclusi, purtroppo, i risvolti tragici. In tal senso può essere illuminata una telefonata intercorsa durante il Diwali 2006 tra me e il sempre stimatissimo e catanesissimo Ing. The Door:
Ing. The Door: "Ahu, Gallarate, ma che succede? Che è 'sto macello? Vi ha invasi il Pakistan?"
Io: "Ma no, figurati, sono solo i botti per il Diwali"

Vorrei sottolineare l'imbecillità del mio vicino di casa, il quale è convinto che i vasi di fiori rappresentino la rampa di lancio ideale per dei razzi, i quali, una volta accesi, seguono traiettorie decisamente poco rispondenti alle normali leggi della fisica: per fortuna non è il mio dirimpettaio.

Se sopravviverò a questa specie di guerra civile e riuscirò a ritrovare la via di casa nella nebbia, che le esalazioni di zolfo dei petardi creano in città (non sto affatto esagerando: del resto cosa può succedere in una città di 17 milioni di abitanti, distribuiti su 1.500 chilometri quadrati, quando tutti si mettono a sparare mortaretti?) sarò più che felice di raccontarvi le mie impressioni su questa festa.

sabato 11 ottobre 2008

Memento mori


Oggi a me, domani a te

Sibiu, Romania

Lezioni dimenticate

Quaranta chilometri di una strada polverosa e caratterizzata dal tipico traffico indiano, costituito da automobili, carri, carretti, persone a piedi, mandrie di bovini e greggi di capre, separano Agra, l'antica capitale dei Moghul, famoa in tutto il mondo per il Taj Mahal, dalla città di Fatehpur Sikri. Fatta costruire dall'imperatore Moghul Akbar (1542 - 1605) sul luogo dove Shaikh Salim, un santo sufi, predisse la nascita di suo figlio, è oggi uno dei migliori esempi dell'arte e dell'architettura Moghul in India, nominata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.

Fatehpur Sikri non è solo la sua architettura e la sua arte raffinata ma trasmette ai posteri anche una grande lezione di tolleranza religiosa: pur provenendo da una dinastia musulmana, infatti, Akbar volle che tutte le religioni del suo vasto Impero fossero rappresentate nella sua Capitale ed avessero lo stesso peso politico. Ciò è dimostrato dal simbolismo della sala delle udienze private, la Diwan-i-Khas, a pianta quadrata
, dove l'Imperatore, seduto sul suo trono, posizionato su un pilastro al centro della sala, era solito ascoltare i rappresentanti delle grandi confessioni presenti all'epoca in India, ossia Induismo, Islam e Cristianesimo, seduti su pilastri posizionati agli angoli della sala, equidistanti dal centro.

Oggi, questa lezione di pacifica convivenza sembra essere stata dimenticata, dapprima negli Stati di Uttar Pradesh e Gujarat, oggi in Orissa, dove i convertiti al Cristianesimo sono vittime di aggressioni, violenze e, in molti casi, anche omicidio. In realtà, ha fatto scalpore nel mondo occidentale il fatto che dei cristiani siano stati barbaramente umiliati, picchiati e uccisi, ma quella delle violenze sui convertiti, su coloro che prima di abbandonare l'Induismo rappresentavano la base del potere delle caste più alte, i Brahmin (sacerdoti) e gli Kshatriya (guerrieri e amministratori), è una vecchia storia. Nell'India democratica e, a suo dire, pluralista, la questione delle caste è tanto aborrita dal Governo centrale e dalla sua Costituzione quanto sentita nella vita di tutti i giorni, sia in grandi città come Delhi che in piccoli villaggi. Durante un viaggio a Khajuraho, ho avuto modo di vedere la concezione del Varna, ossia della stratificazione della società, portata alle sue estreme conseguenze: nel villaggio, i quartieri per le varie caste sono fortemente divisi, e le case degli appartenenti alle caste più basse presentano una soluzione architettonica inquietante, avendo le porte molto basse per far sì che il servo sia già inchinato quando esce di casa, chiamato dal proprio padrone.

Per scappare da un sistema sociale a comparti stagni, in cui non esiste per un appartenente alle caste più basse o un fuori casta la possibilità di migliorare il proprio status sociale, l'unica soluzione è abbandonare la giustificazione religiosa alla base di esso data dall'Induismo e convertirsi ad una religione egalitaria, sia essa il Buddismo, l'Islam o, in tempi più recenti, il Cristianesimo. Il fenomeno delle conversioni, sempre esistito, ha assunto, da circa un secolo e mezzo, proporzioni massicce: uno dei primi esempi di conversione di massa, difatti, risale al XIX secolo, quando i Pulaya (braccianti agricoli) di Travancore, censiti nel 1836 in quasi 165.000 persone, abbandonarono in massa l'Induismo per abbracciare la confessione Anglicana, ispirati dalla concezione cristiana per cui tutti gli uomini nascono uguali. Con l'indipendenza dalla Gran Bretagna e la proclamazione della Repubblica, molti movimenti politici sono nati in difesa degli interessi dei dalit, ma nemmeno uno dei più grandi paradossi della Legislazione indiana, ossia da un lato abolire le caste, dall'altro riservare agli appartenenti alle Backward Castes una quota nella Pubblica Amministrazione e nelle Scuole, ha permesso alla maggioranza dei fuori casta di migliorare la loro condizione.

Come si dice, i vecchi metodi sono sempre i migliori, ed ecco quindi riprendere le conversioni di massa, fortemente caldeggiate dai leader dalit, che hanno scatenato l'ira degli appartenenti all'Hindutva, il movimento filosofico e sociale che mira a riportare l'Induismo alla sua "purezza originale", nonché l'odio e l'invidia, nello specifico caso dell'Orissa, degli adivasi (termine con cui si indica gli appartenenti a tribù non indoariane, verosimilmente i primi abitanti dell'India), ancora costretti in una situazione di indigenza e non disposti ad abbandonare la fede e le usanze dei loro padri. Presso popolazioni stremate dall'indigenza, dove ancor forte è il tasso di analfabetismo e dove la maggioranza della gente è illetterata, è assai facile che l'odio e l'invidia si trasformino in violenza ed è quello che sta succedendo in Orissa.

Quattro secoli fa, Akbar invitò dei gesuiti di Goa, allora colonia portoghese, alla sua corte di Fatehpur Sikri perché lo istruissero sul significato del Cristianesimo, nonché nei maestri induisti, per capire quanto di buono l'Induismo potesse offrire al suo Impero. Cinquant'anni fa, il Mahatma Gandhi, pur essendo Induista, affermò che tutti, a prescindere dalla loro religione o casta, sono figli dello stesso Dio e pianse, quando si scatenarono le violenze tra Hindu e Musulmani all'indomani della Partition, ovverosia della suddivisione tra India e Pakistan. Oggi l'India, considerata un "laboratorio" per la pacifica convivenza tra le religioni, è scossa da violenze di matrice religiosa, dimentica delle lezioni di due dei suoi leader più illuminati.

venerdì 8 agosto 2008

Pardonnez-moi

Da La Stampa dell'8 agosto 2008: «Stiamo lavorando perchè l’Italia possa avere una sua compagnia di bandiera dotata di una flotta di aerei moderni. Abbiamo già un piano industriale, i soci, i capitali necessari e stiamo trattando con una grande compagnia stranierae». Lo ha detto a proposito di Alitalia il premier Silvio Berlusconi. Il presidente del Consiglio ha sottolineato che la soluzione a cui lavora l’esecutivo è «opposta alla svendita ad Air France che voleva fare il precedente Governo e che comportava 7 mila esuberi. Gli esuberi ci saranno ma - ha aggiunto Berlusconi - cercheremo di ridurli».

Da Repubblica del 28 marzo 2008: [Air France] Non cede sugli esuberi ma è pronta a cercare "un accordo quadro per la gestione delle risorse umane" Air France, che in nottata ha presentato alle sigle sindacali di Alitalia la nuova proposta annunciata dal numero uno della compagnia francese Jean Cyril Spinetta. Il documento, che conferma i 2100 esuberi già anticipati, non piace ai sindacati che continuano a definirla "insufficiente" ma si dicono, tuttavia, disposti a un ulteriore confronto.

Mi sono perso io, nel periplo delle trattative Air France su Alitalia, un comunicato in cui Spinetta annunciava dal giorno alla notte 5mila esuberi in più?

In questo chiederei consigli all'amico Anecòico, che notoriamente lavora per la AirFrance (poi, quando ho tempo, ti metto anche il Permalink, tranquillo)
.

lunedì 28 luglio 2008

Le radici dell'odio

Il 26 luglio Ahmedabad, capitale economica dello Stato indiano del Gujarat, è stata dilaniata da 17 attentati, che hanno ucciso almeno 49 persone. Perché proprio Ahmedabad, una città industriale mai balzata agli onori delle cronache, se si eccettua il tragico terremoto del 2001? Ho notato che la maggior parte delle testate giornalistiche non ha approfondito il tema e, pur conscio del fatto che la mia analisi potrebbe non rivelarsi definitiva, voglio assumermi tale onere, a beneficio dei miei (pochi) lettori.

Tralasciando i ben noti avvenimenti della
Partition del 1947, quando fu sancita la divisione dell'India britannica in due nazioni, le odierne Bharat (il vero nome dell'India) e Pakistan, da cui nel 1971 si separò il Bangladesh, per capire quanto successo il 26 luglio 2008 bisogna fare un balzo indietro fino al 1980, anno in cui venne fondato il Bharatiya Janata Party, il Partito del Popolo Indiano. Ispirato alle teorie dell'Hindutva, il BJP rappresenta la voce del nazionalismo (e in molti casi del razzismo) Hindu ed ha governato il Paese dal 1998 al 2004, sotto la Guida di Atal Bihari Vajpayee, generando in molti, tra cui il Premio Nobel Amartya Sen (di cui consiglio, per capire meglio l'Hindutva, il saggio "The Argumentative Indian") il timore che lo Stato indiano, laico fin dalla sua fondazione, potesse trasformarsi in una teocrazia induista. Fortunatamente, le paure di molti non si sono concretizzate e l'India ha proseguito nel suo percorso prettamente laico.

Per capire l'altro fattore che ha dato origine agli attentati di Ahmedabad bisogna fare un altro balzo all'indietro, fino al XVII secolo, quando Babur, primo imperatore della dinastia Moghul, fece costruire ad Ayodhya una Moschea su quello che veniva considerato il luogo di nascita di Rama, uno dei principali "semidei" del Pantheon induista. Ciò nonostante, per secoli sia Induisti che Musulmani pregarono indistintamente nel sito, in una pacifica convivenza. Quattrocento anni dopo, nel 1992, un gruppo di fondamentalisti Hindu, sicuramente influenzati dalle teorie dell'
Hindutva, decisero di rimediare a quello che loro consideravano un insulto alla civiltà Hindu, demolendo la Babri Masjid e riportando alla luce il tempio che celebrava la nascita di Rama. In un nuovo clima di odio tra Hindu e Musulmani, i fatti di Ayodhya portarono a diversi scontri, verosimilmente fomentati da attivisti del BJP e dell'Hindutva.

Su tale scia, più di dieci anni dopo, Ahmedabad fu paralizzata per un mese dagli scontri tra Induisti e Musulmani. In tale scenario emerge la figura forse chiave per capire quanto successo pochi giorni fa:
Narendra Modi, Chief Minister del Gujarat, considerato uno dei più strenui sostenitori dell'Hindutva. Accusato da molti, incluso il Dipartimento di Stato americano, di aver deliberatamente ignorato, se non addirittura appoggiato, le violenze del 2002, Modi è oggigiorno oggetto di forti attacchi sia all'interno del Paese che all'estero, nonostante sia stato riconfermato al potere nel 2005.

Quindi gli attentati ad Ahmedabad, cuore economico di uno Stato a forte matrice induista, potrebbero essere un monito, per ricordare tragicamente a Modi e ai suoi che non possono aspirare a realizzare l'ideologia dell'Hindutva nel governare il Gujarat? Forse il monito va inteso come diretto a tutti i nazionalisti Hindu, in ogni parte dell'India: "se possiamo colpirvi nella vostra roccaforte, possiamo farlo ovunque".
L'eredità di un altro figlio del Gujarat è messa un'altra volta a repentaglio.

venerdì 25 luglio 2008

Belli dentro

"La vera bellezza è quella interiore". Cita questa frase da Bacio Perugina, non senza un po' di ironia, Nick Veasey, uno dei fotografi più innovativi in cui si possa imbattere peregrinando su Internet. La particolarità della tecnica fotografica di Weasey risiede nell'utilizzo di apparecchiature a raggi X, che permettono di vedere gli oggetti e le persone sotto un nuovo, inedito, aspetto.

"In un mondo ossessionato dall'aspetto superficiale", traduco dal sito internet per i meno anglofili, "il poter vedere sotto la superficie porta una ventata di freschezza". Come dargli torto? L'aggettivo mesmerizing ("ipnotizzante") ben si applica non solo alle immagini con esseri umani ma anche, e soprattutto, agli oggetti.

Restando in tema di bellezza superficiale, cercate su YouTube la signorina Hayley Legg: francamente non so come canti, dal momento che ho visto un suo filmato in ufficio, dove non posso accendere l'audio, ma di sicuro ritornerei a fare il musicista a tempo pieno nella sua band, non fosse australiana.

Non posso non ringraziare Andrea per la segnalazione su Nick Veasey, nonché il buon Anecòico per la segnalazione sulla signorina Legg.

Aggiornamento del 26.07.08: la signorina Legg ha anche una voce non male...

mercoledì 16 luglio 2008

Impressione III



New Delhi, stazione ferroviaria di Hazrat Nizamuddin, 15 luglio 2008, ore 02.43

Meteo: violenti rovesci, tipici della stagione monsonica

lunedì 14 luglio 2008

Matrix masala

Mentre cercavo i video per il post precedente, mi sono imbattuto in questo:




No comment

Finalmente diventerò ricco





Ho trovato come fare i veri soldi: comprare i diritti dei film di Nino D'Angelo, che varranno verosimilmente sì e no 10 Euro, e rivenderli in India a cifre stratosferiche, visto che sono perfetti per i loro gusti

domenica 13 luglio 2008

H2O

L'acqua, il nostro bene più prezioso.

Vivendo in Europa e, specialmente, nel Nord Italia, l'acqua si dà sovente per scontata: sempre disponibile, in abbondanza e sicura sotto il profilo sanitario. Lo stare in India è invece origine di numerosi e gustosi aneddoti riguardo all'acqua, che includono una morale: mai dare nulla per scontato.




L'acqua è vita

Delhi è disseminata di carrettini che, per una cifra compresa tra le 50 paise (centesimi) e 1 rupia, vendono un bicchiere d'acqua, sulla cui igienicità i dubbi rimangono molto forti, anche se, quasi ironicamente, su queste taniche sgangherate e piene di perdite campeggiano slogan inneggianti alla perfetta salubrità dell'acqua in essi contenuta.

In un giorno di luglio di due anni fa, giunto da poco nella Cuna del Mondo, mi trovavo sul classico three-wheeler che mi avrebbe portato dall'albergo dove ancora risiedevo all'ufficio quando, più o meno all'altezza dell'India Gate, l'arco di trionfo costruito dagli Inglesi per celebrare i caduti indiani nella Prima Guerra Mondiale, l'auto-wallah decise di fermarsi in uno di questi carrettini per rinfrescarsi. Con cortesia, egli mi invitò a bere un bicchiere d'acqua e, al mio altrettanto cortese rifiuto, mi guardò di traverso e, con fare da guru, sentenziò: "Water is life".

Mi venne difficile spiegargli che, data la natura e lo stato del contenitore, non mi trovavo perfettamente d'accordo.

Troppa o troppa poca

Ironia della sorte, nell'arco della stessa settimana sono riuscito a restare senz'acqua e a subire un allagamento. Se poco c'è da dire sulla giornata senz'acqua, che mi ha reso indesiderabile per l'umano consorzio, a causa del clima monsonico che caratterizza Delhi in questo periodo e le sue ripercussioni sulla sudorazione umana, ben "più simpatico" è stato l'allagamento.

Di ritorno da una cena, con la giusta dose di vino in corpo, rimango allibito dal vedere una cascata d'acqua scendere dalla tromba delle scale. Con sprezzo del pericolo, salgo i due piani che mi separano da casa, per scoprire che manca la corrente: nel dubbio che il caos fosse dovuto alla mia autoclave (che per altro era spenta), i vicini avevano staccato l'interruttore generale. Appurato che la colpa non era mia, i vicini avevano provveduto anche a staccare la corrente a quelli del piano di sopra, le cui luci erano "magicamente" rimaste accese, grazie ad un "miracoloso" collegamento con un'altra casa, ovviamente sprovvisto di un qualunque contatore.

Riusciti a convincere quei dementi che forse era il caso di staccare l'autoclave, e dopo un paio di docce fuori programma, la situazione è tornata alla normalità, con il vantaggio di non aver mai avuto la tromba delle scale così pulita.

Monsone mon amour

A proposito di docce fuori programma, il monsone è particolarmente inclemente a Delhi: certi giorni sarebbe più utile avere un canotto o, come mi è capitato, chiedere uno strappo in macchina al primo sconosciuto che esce dalla tua palazzina (quando abitavo a Vasundhra Enclave, quartiere di Delhi MOLTO distante dal centro, dove lavoro) per arrivare ai taxi stand.

La Grande Madre

Un ottimo indicatore del fatto che è meglio non mangiare in una certa zona di Varanasi è sicuramente vedere un uomo che impasta il naan nell'acqua del Gange, che si contraddistingue per la presenza di:
  • ceneri di induisti,
  • resti di induisti a cui, per vari motivi, è stata negata la cremazione,
  • inquinamento accumulato dallo Yamuna prima di confluire nel Gange ad Allahabad,
  • inquinamento accumulato dal Gange prima di arrivare a Varanasi, tra cui vale sicuramente la pena di annoverare le famigerate concerie di Kanpur.
Insomma, direi che ogni commento è superfluo.

Locus amoenus

Immergersi nelle acque di un fresco ruscelletto di montagna può essere un sicuro ristoro dall'inclemente estate indiana: scoprire che nell'ameno ruscelletto sono di casa le sanguisughe un po' meno.

Aqua-pOrk

Credetemi, meglio non commettere il tragico errore di andare in un aqua-park a Delhi.
Ignaramente ho cercato di trovare rifugio dalla calura in uno di questi centri, con risultati a dir poco pietosi: a parte le SEI code prima di poter raggiungere la piscina (bliglietto di ingresso al Pragati Maidan - il polo fieristico/divertimenti, biglietto, di ingresso all'aqua-park, spogliatoio, doccia, deposito oggetti non di valore, deposito oggetti di valore), è una tragedia scoprire che gli indiani hanno di norma paura dell'acqua alta e pertanto non progettano piscine dove non si tocchi.

venerdì 27 giugno 2008

Impressione II



Rimozione forzata


New Delhi, Lajpat Nagar I, 26/06/2008, 17.45

sabato 21 giugno 2008

L'ultimo taglio?

Sul web si rincorrono voci e smentite sulla dipartita di Anthony Notaro, meglio noto come Chef Tony, teleimbonitore mascherato da cuoco che tanti pomeriggi ha allietato con la sua televendita dei coltelli "Miracle Blade Serie III Perfetta".

Creati da un "misterioso" artigiano dell'Alabama (?), che ogni tanto compariva nelle televendite, e caratterizzati dalla speciale impugnatura Accugrip, i Miracle Blade erano capaci di prodezze incredibili, come tagliare lattine, mattoni, lastre di marmo e altro materiale edile con la facilità con cui un coltello caldo taglia il burro.

Non so se sia morto, ma sicuramente mi piace ricordarlo così, sperando ovviamente che sia ancora in giro a tagliare quello che noi credevamo non tagliabile con un Miracle Blade, impugnato fermamente grazie ad Accugrip.


giovedì 19 giugno 2008

Impressione I


L'importante è che abbia un nome italiano

South Extension, New Delhi, 19/06/08 h 17.45

Perle di saggezza II e III


Non tutti possiamo tutto

Publio Virgilio Marone

Quando i molti governano, pensano solo a contentar sé stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà

Luigi Pirandello

Felicità

Il mio lavoro all'ICE ultimamente consiste sempre più nella manipolazione di dati per il "Desk Paesi dimenticati da Dio", che, parafrasando un termine molto in voga, ossia "Help Desk", per comodità chiamerò l'Hell Desk. Nella fattispecie, mi trovo sempre più spesso ad analizzare il Prodotto Interno Lordo di una Nazione, misurato, a seconda dei casi, sia direttamente (a prezzi correnti, a prezzi costanti, in parità di potere d'acquisto,...) sia indirettamente (percentuale di spesa sul PIL, rapporto deficit / PIL e chi più ne ha più ne metta).

Sembrerebbe dunque che il PIL rappresenti l'elemento essenziale per definire lo status di un Paese e in effetti tutti vi diranno che è così, tranne una persona: Jigme Singye Wangchuck, quarto Druk Gyalpo (Re Dragone) del Bhutan. Secondo la sua dottrina, il progresso del suo Regno non si può misurare in termini di Prodotto Interno Lordo, anche perché, mi permetto di aggiungere, non c'è molto da misurare, bensì in termini di Felicità Interna Lorda. Ovviamente non esiste una definizione quantitativa della FIL, anche se in tempi recenti alcuni psicologi americani hanno cercato di individuare una serie di fattori misurabili matematicamente per giungere ad una definizione univoca.

Solo l'unico Stato Lamaista, (Buddhista tibetano) del nostro pianeta, se escludiamo l'Autorità Tibetana in esilio, arroccato sulle vette himalayane che separano l'India dalla Cina, poteva inventare un tale sistema di misurazione del benessere di una Nazione. Può sembrare uno scherzo, ma da un qualunque sito governativo bhutanese si evince come la FIL sia il principio ispiratore di tutte le politiche, sia interne che nei rapporti con l'estero: basti pensare che un'azienda straniera che investe in Bhutan non può assumere più di cinque non bhutanesi, di modo da non rendere infelici quei bhutanesi che si trovassero senza lavoro per colpa di uno straniero.

I dati sulla FIL in Bhutan sono abbastanza confortanti, secondo il
National Statistic Bureau of the Kingdom of Bhutan, il 45,2% della popolazione bhutanese si può definire very happy e il 51,6% come happy, lasciando solo un 3,2% dei Bhutanesi not very happy.

Mi chiedo quale sarebbe la FIL dell'Italia ma di sicuro so di una persona che, grazie a più di diciassette milioni di amici, ora sta facendo, come sempre, i "comodacci suoi" e di sicuro alzerebbe la media.

Meglio il Bhutan.

martedì 17 giugno 2008

Pirati!

Ultimamente sto lavorando ad una fantastica analisi geoeconomica del Bangladesh, degno seguito dell'analisi geoeconomica dello Sri Lanka preparata a marzo (ancora un'analisi sul Nepal e poi chiedo all'ICE di New Delhi di aprire un "desk Paesi dimenticati da Dio" con me come responsabile).

Ovviamente, l'analisi di un Paese non può prescindere dalle sue infrastrutture e, trattandosi di un Paese costiero, dall'analisi dei suoi porti. Cercando informazioni sul porto di Chittagong, mi sono imbattuto in un articolo che non avrebbe sfigurato su una gazzetta del 1700 circa, che traduco liberamente: "Il porto di Chittagong, nel 2006, si è dimostrato il più pericoloso al mondo, avendo subito trenta attacchi di pirati".

Alle autorità portuali del Bangladesh vorrei dedicare il testo di
Pirates, di Emerson, Lake & Palmer, scritto da Pete Sinfield e Greg Lake (dall'album Works, vol. 1)


Wholl make his mark
The captain cried
To the devil drink a toast
Well glut the hold
With cups of gold
And well feed the sea with ghosts
I see your hunger for a fortune
Could be better
Served beneath my flag
If youve the stomach
For a broadside
Come aboard my pretty boys
I will take you and make you
Everything youve ever dreamed

Make fast the guns tonight we sail
When the high tide floods the bay
Cut free the lines
And square the yards
Get the black flag stowed away
The turk the arab and the spaniard
Will soon have pennies on their eyes
And any other laden fancy
We will take her by surprise
I will take you and make you
Everything youve ever dreamed

Six days off the cuban coast
When a sail ahead they spied
A galleon of the treasure fleet
The mizzen lookout cried
Closer to the wind my boys
The mad eyed captain roared
For every man thats alive tonight
Will be hauling gold aboard

Spare us the galleon begged
But mercys face had fled
Blood ran from the screaming souls
The cutlass harvested
Driven to the quarter deck
The last survivor fell
Shes ours my boys
The captain grinned
And no one left to tell

The captain rose from a silk divan
With a pistol in his fist
And shot the lock from an iron box
And a blood red ruby kissed
I give you jewelry of turquoise
A crucifix of solid gold
One hundred thousand silver pieces
It is just as I foretold
You, you see there before you
Everything youve ever dreamed

Anchored in an indigo moonlit bay
Gold eyed round fires
The sea thieves lay
Morning, white shells
And a pipe of clay
As the wind filled their footprints
They were far, far away

Our sails swell full
As we brave all seas
On a westward wind
To live as we please
With the wicked wild eyed woman
Of portobello town
Where weve been told
That a purse of gold
Buys any man a crown
They will serve you and cloth you
Exchange your rags
For the velvet coats of kings

Wholl drink a toast with me
I give you liberty
This town is ours - tonight

Landlord wine
And make it the finest
Make it a cup for a sea dogs thirst
Two long years of bones and beaches
Fever and leaches did their worst
So fill the night with paradise
Bring me peach and peacock
till I burst
But first, I want a soft touch
In the right place
I want to feel like a king tonight
Ten on the black
To beat the frenchman
Back you dogs
Give them room to turn
Now open wide sweet heavens gate
Tonight were gonna
See if heaven burns
I want an angel on a gold chain
And Ill ride her to the stars
Its the last time
For a long, long time
Come the daybreak we embark
On the flood of the morning tide
Once more the ocean cried

This company will return one day
Though we feel your tears
Its the price we pay
For theres prizes to be taken
And glory to be found
Cut free the chains
Make fast your souls
We are eldorado bound
I will take you
For always, forever, together
Until hell calls our names

Wholl drink a toast with me
To the devil and the deep blue sea
Gold drives a man to dream

I'm singing in the rain

Di sicuro, trovarsi a New Delhi nel periodo dei monsoni non causa lo stesso glorious feeling che causava una giornata di pioggia a Gene Kelly: il traffico è enormemente rallentato, tutto quello che era polvere o sabbia diventa una tremenda fanghiglia, i tassisti e gli auto-walleh chiedono più soldi per portarti in giro.

Non solo, da che esistono i rilevamenti dell'India Metereological Department, ossia 108 anni, è la prima volta che il monsone si presenta così presto, essendo tipicamente un fenomeno legato, a Delhi, ai mesi di luglio e agosto. Questo dovrebbe far riflettere su cosa stia accadendo al nostro pianeta, ma lascio questa parte alle singole coscienze, non voglio sollevare polemiche.

Insomma, ho lasciato le pioggie torrenziali di Torino per ritrovarmi nelle pioggie torrenziali di Delhi: per fortuna che non ho ancora comprato la Moto (una Royal Enfield richiede il maiuscolo sul termine "moto").

P.S. C'è comunque chi sta peggio.

lunedì 9 giugno 2008

Euro 2008, si comincia

Gallarate aveva un programma formidabile: jeans, maglietta, sandali, tavolinetto di fronte al televisore, frittatona di cipolle per la quale andava pazzo, familiare di Kingfisher, tifo indiavolato e…rutto libero!

Liberamente riadattato da "Il Secondo Tragico Fantozzi" (1976)

E comunque, Forz... oh no... Avanti Italia!!!!

venerdì 23 maggio 2008

Nucleare sì, nucleare no


20 anni dopo il referendum che fece dire all'Italia NO al nucleare (siamo tutti bravi ad indire un referendum sull'abbandono del nucleare qualche mese dopo Chernobyl...), il Ministro Scajola ha annunciato che l'Italia farà marcia indietro, al fine di garantire una minore dipendenza energetica

Vorrei fare un paio di conti:
  • abbiamo perso 20 anni a causa del referendum;
  • la "prima pietra", ha affermato il Ministro, verrà posata nel 2013, quindi tra 5 anni;
  • in Gran Bretagna, non esattamente un Paese di lavativi, la costruzione di nuove centrali di III generazione, non richiederà meno di 10 anni, quindi in Italia ce ne vorranno facilmente 13;
  • prima ancora sarà necessario trovare un Comune disposto ad accettare sul proprio territorio una centrale nucleare, quindi aspettiamoci dieci, cento, mille Venaus.
In sostanza, arriveremo (se mai arriveremo) al nucleare con un ritardo di circa 40 anni e, se va bene, i primi benefici del nuovo piano del Governo Berlusconi arriveranno nel 2028, ossia quando i principali problemi dell'Umanità non saranno relativi alla crisi energetica, ma, cito parzialmente Albert Einstein, al trovare pietre e bastoni per combattere la Quarta guerra mondiale.

Il tempismo è tutto.

P.S. La citazione completa di Einstein è:
"Non so con quali armi verrà combattuta la Terza guerra mondiale, ma la Quarta verrà combattuta con clave e pietre".

lunedì 12 maggio 2008

Perle di saggezza I


Chi non conosce la verità è uno stolto, ma chi, conoscendola, la chiama menzogna è un delinquente (Bertold Brecht)



venerdì 9 maggio 2008

Vacanze intelligenti

Grazie al cambio estremamente favorevole (1,54 USD = 1 EUR), la tentazione di fare un bel tour degli Stati Uniti è molto forte. Già, ma dove andare? Ammirare le grandi opere della Natura, come il Grand Canyon o il Yosemite Park? Lasciare il tuo sguardo spaziare sulle grandi pianure del Montana o sulla potenza dell'Oceano sulle coste dell'Oregon? O forse immergersi nella vita caotica e affascinante delle grandi metropoli?

Per fortuna Internet ha risolto il mio dilemma con il più bel parco tematico dell'intero pianeta: il Great Passion Play, apoteosi della Bible Belt americana, localizzato nella ridente cittdina di Eureka Springs, Arkansas. Al di là delle canoniche rappresentazioni di episodi della Bibbia, a cui noi italiani siamo abituati grazie alla tradizione del Presepio, il parco si distingue per un fantastico Museo di Storia Naturale. Ora, come direbbe Lubrano, "la domanda sorge spontanea": ma cosa c'entra un Museo di Storia Naturale con le immagini della Bibbia?

Ebbene, il Museo, cito e traduco dal sito internet, "consiste di 3000 piedi quadri (280 metri quadri) di esposizioni di alta qualità e scientifiche (?), raffigurate in un contesto totalmente biblico". Grazie all'amico Anecòico, sono in gradi di spiegarvi il "contesto totalmente biblico". Dovete sapere che generazioni di scienziati, sapienti e semplici amatori hanno sprecato le loro vite: la Genesi contiene già tutto quello che bisogna sapere sulle epoche antiche! La Terra si è formata circa 5 miliardi di anni fa? Ma no! I dinosauri si sono estinti 65 milioni di anni fa? Figurati!

Nell'epoca precedente il Diluvio Universale, esisteva sulla Terra un uomo, chiamato, in una botta di fantasia, l'Uomo Antidiluviano, che coabitava pacificamente sulla Terra con i Dinosauri. Se il problema della convivenza con uno Stegosauro poteva essere di facile soluzione, coabitare con un Velociraptor o da un Tirannosauro, che, stando agli studi scientifici (quelli veri), non dovevano essere animali molto simpatici, poteva essere un altro paio di maniche. Nessun problema, spiegano i nostri "scienziati": l'Uomo Antidiluviano, grazie ai suoi poteri mentali, era in grado di controllare i dinosauri! Ovviamente fu il Diluvio Universale a spazzare via dalla Terra questi mostri (e quindi io mi chiedo: l'Uomo ha perso i suoi poteri perché non aveva più il Brachiosauro a cui comandare di portargli le pantofole?)

La spiegazione "scientifica" addotta a supporto di questa "tesi" è la presenza, nel Libro della Genesi, del termine
tanniym, tradotto come "grandi lucertole", ergo dinosauri. Decisamente elegante nella sua semplicità, Occam sarebbe fiero di loro.

Basta, adesso vado in camera mia e do fuoco a tutti i libri sui Dinosauri collezionati da bambino... mi hanno mentito!

mercoledì 30 aprile 2008

RIP

Oggi, alla veneranda età di 102 anni, è mancato Albert Hofmann, "scopritore" del dietilamide-25 dell'acido lisergico, meglio noto come LSD. I rave parties di tutto il mondo osserveranno un minuto di silenzio (salvando i timpani di molte vittime innocenti). I The Prodigy suoneranno la marcia funebre durante le esequie.

Incatenato

A quanto pare qualcuno, dal blog CattivaMaestra (l'unico link ad altri blog del mio bellissimo e verdissimo weblog) mi vuole bene/male (dipende dall'angolazione) e mi ha coinvolto in una simpatica catena di Sant'Antonio per blog, di cui riporto le regole:

  • indicare il blog che vi ha nominato e linkarlo;
  • inserire le regole di svolgimento;
  • scrivere sei cose che vi piace fare:
  • nominare altre sei persone affinché proseguano la catena;
  • lasciare un commento sul blog dei sei prescelti amici nominati.

Come vedete, ho completato i punti 1 e 2 del programma. Ora passo al punto 3


1. viaggiare: l'importante, in un viaggio, non è la destinazione;
2. dimenticare chi sono tra le braccia di una donna: modo, inventato adesso e molto poetico, per dire che mi piace fare l'amore
3. leggere un buon libro, sia esso di puro intrattenimento o
4. suonare
qualunque strumento, lasciare che le note o i ritmi vaghino in libertà: c'è una musica per ogni stato d'animo
5. osservare il mondo attorno a me
6. cercare di superare i miei (tanti) limiti

Per il momento, poi, segnalo un blog, seguiranno presto gli altri cinque:
BloGalileo

Da oggi chiamatemi D per Vendetta

venerdì 18 aprile 2008

Generazione alcool

Da "La Stampa" di oggi: "È una vera e propria "generazione alcol" quella che sta crescendo nel nostro paese". I dati diffusi sono: "il 74% dei giovani e il 67% dei 13-15enni, dunque al di sotto dell’età legale, eccede nel bere, consumando frequentemente da due a quattro drink in una serata".

Ciò mi riporta alla mente la mia prima "sbornia", ormai, direi, caduta in prescrizione, presa a 13 anni in un bar di Mentone, a causa di un "errore di valutazione" di mio padre sulla percentuale di birra in una panaché (birra e gazzosa, per i meno avvezzi agli alcolici francesi). A prescindere dal fatto che, contrariamente alla letteratura medica, secondo la quale l'alcool blocca la crescita, quell'anno mi sono alzato di 10 cm buoni, mi chiedo come ragazzi di 13 anni possano sopravvivere a quattro drink, considerato che io ho pessimi ricordi di quell'esperienza.

Evidentemente in discoteca servono dei drink estremamente annacquati, oppure ci troviamo davanti ad una nuova fase dell'evoluzione: Homo Bibens.

martedì 15 aprile 2008

Il dopo elezioni

Toni pacati, congratulazioni al leader della coalizione vincente da parte di quello della coalizione sconfitta, aperture per riforme condivise. E, soprattutto, per la prima volta dalla caduta del fascismo, il simbolo della falce e martello non entra nel Parlamento italiano.

Mi sa che mi sono risvegliato in un universo parallelo, aspetto solo di vedere Spock con la barba per avere la conferma.

venerdì 11 aprile 2008

Teorema di Davide sul traffico torinese

Il numero di imbecilli al volante è direttamente proporzionale alle precipitazioni

Indicato con x il numero di persone non in grado di guidare correttamente un autoveicolo, con y la precipitazione atmosferica del giorno, espressa in millimetri, avremo la formula

x=k*(1 + y)

Dove k è la costante di imbecillità automobilistica, pari al numero base di gente incapace di guidare un autoveicolo.

Per la dimostrazione, basta essere in macchina per Torino in un giorno di pioggia.

Sempre e comunque meglio che non il Teorema di Davide sul traffico di Delhi, per cui lo stesso valore x espresso nella formula precedente tende a + infinito.

P.S. Ho dovuto rivedere tale formula, grazie alle indicazioni dell'Ing. Ciccio.

giovedì 27 marzo 2008

Mi sono perso qualcosa

In panciolle me ne sto (spero che abbiate compreso la citazione) e, da bravo torinese proiettato nell'era tecnologica e parecchio lontano da casa, leggo il sito internet de La Stampa. Balza agli occhi una fotogallery con i volti dei diversi possibili premier, la apro e scopro con stupore di essermi perso la maggior parte dei candidati ale elezioni politiche 2008. Qualcuno mi può aiutare ad identificare i candidati che vo ad elencare?

Flavia D'Angeli, appoggiata da Sinistra Critica (in che senso? sul punto di esplodere?).

Stefano De Luca, appoggiato dal Partito Liberale Italiano (esiste ancora?).

Bruno De Vita, di Unione Democratica per i Consumatori (seeeee, come no);

Marco Ferrando, Partito Comunista dei Lavoratori (che in foto ricorda vagamente Marx).

Luigi Ferrante, de... aspetta... Il LOTO?!?!?!? Cos'è, il partito dei drogati? A questo punto, per onestà intelettuale, tanto valeva chiamarlo "La canna".


Roberto Fiore, Forza Nuova (e la XII disposizione transitoria della costituzione?).


Stefano Montanari, lista "Per il Bene Comune" (so, da lettore del blog di Grillo, chi è, però mi lascia perplesso una sua discesa in campo).


Renzo Rabellino, lista "No Euro - I Grilli Parlanti" (guarda guarda, caso strano ritorna il vocabolo Grillo... però a ben pensarci, i nostri politici mentono decisamente più di Pinocchio).


Ah, si candida anche la Santanché? Bella donna, per carità, però mi ritorna in mente la XII disposizione, nonché la legge Scelba.


Fabiana Stefanoni, appoggiata dal Partito di Alternativa Comunista (alternativa a cosa?).


Già col bipolarismo perfetto avrei avuto estreme difficoltà a indirizzare il mio voto, ma così davvero si esagera. Mi sa che voterò il Loto, almeno la fotografia del candidato mi ispira fiducia.


P.S. Avete visto, mi sono ricordato di avere un blog: due post in due giorni, e un terzo in lavorazione :-)

mercoledì 26 marzo 2008

Per le vie di Jaipur

Jaipur, 21 marzo 2008, ore 21.30. Domani è Holi, la festa induista dei colori che celebra la primavera.

Attraverso Chandpol Gate, nei cui pressi mi sono fatto lasciare dall'auto, ed entro nella Città Vecchia, dipinta di rosa, i cui colori risaltano nella luce della luna piena, grazie alla scarsa illuminazione pubblica. Per la strada, il solito traffico variegato di Jaipur: macchine, motociclette, bovini, suini, canidi, cammelli, carretti trainati da qualunque cosa. L'odore forte, misto di gas di scarico, rifiuti, spezie, animali ed essenze, mi riempie le narici e ci vuole, come sempre, un attimo per abituarmi.

Per le strade si vedono i fuochi, che simboleggiano la sconfitta della demonessa Holika. Vuole la leggenda che il re dei demoni, Hiranyakashipu, volesse uccidere suo figlio Prahlad, devoto a Vishnu, immolandolo su una pira accesa sul ventre di sua sorella Holika, immune al fuoco grazie ad uno scialle magico; per intervento di Vishnu, lo scialle si spostò e protesse Prahlad, lasciando che Holika venisse divorata dalle fiamme.

A poca distanza dalla Chandpol Gate, un uomo, visibilmente povero, compie un rituale davanti al fuoco sacro acceso in un tempietto, curiosamente costruito a bordo strada, dedicato a Shri Kailash, la montagna sacra degli induisti. Nota che mi sono fermato ad osservarlo, si gira, accenna un sorriso, saluta e riprende la recitazione dei suoi mantra. La calma assoluta, di colui che non ha da temere per il proprio destino, che emana il suo sguardo mi lascia attonito, anche quando, in sella alla sua scassata bicicletta, parte e va, probabilmente a dormire in qualche baracca vicino all'autostrada.

Un uomo vende le polveri colorate che, mischiate con acqua, riempiono i visi e i vestiti dei festeggianti, inebriati dal whisky e dal bhang. Molti mi sconsigliano di rimanere nella Pink City a lungo, perché, da un momento all'altro, gruppi di persone, in uno stato di coscienza alterato, si riverseranno a festeggiare in strada e si ritiene pericoloso per i turisti rimanere in zona.

Un gruppo di persone, i visi totalmente coperti di viola, mi guarda, sorride, urla "Happy Holi!" e se ne va. Nei negozi ancora aperti, i commercianti contrattano animatamente con i clienti, mentre i chioschetti sulla strada vendono cibi decisamente immangiabili. Dopo un po' ritorno verso Chandpol Gate, prendo un auto e ritorno in albergo, guardando fuori, verso i volti viola, verdi, gialli e blu che sorridono e scherzano tra di loro.

Oggi non esiste la rassegnazione che una società basata su caste chiuse e su rigidi schemi sociali impone a chi vi appartiene; oggi non esiste la continua lotta per portare a casa un pezzo di pane, fatta per alcuni di duro lavoro, per altri di furberie; oggi non esiste la povertà; oggi non esiste l'odio.

Oggi esistono solo i colori.

domenica 9 marzo 2008

Parco Sempione

- ...ed io ti insegnerò a suonare questi cazzo di bonghi.
- Ma a me non interessano i bonghi, a me piace la Formula 1.
- E allora ti insegnerò a suonare la Formula 1.

Elio e le Storie Tese, dal video di "Parco Sempione"
Che dire: geniale!

domenica 24 febbraio 2008

Brutte compagnie

Ho scoperto, con sommo orrore, che Blogspot, oltre a me, ospita un personaggio nefando, il dottor Kevorkian della politica italiana, dai più a ragione disprezzato, vero Bramino nella Casta.

Questo ceppalonico essere firma i suoi post come sen. Clemente Mastella.

La mia paura, degna della trama di un film horror di serie Z, è che la presenza sullo stesso server dei due blog possa in qualche modo contagiarmi e rendermi uno zombie, pronto a tessere le lodi dell'UDEUR, arrivando a dire che meriterebbe la maggioranza dei seggi in entrambi i rami del Parlamento italiano. Se dovesse succedere, ricordate: per uccidere uno zombie bisogna colpirlo alla testa.

Fantastico I

L'immaginario collettivo del Novecento, grazie all'invenzione del genere Fantastico, ha riciclato probabilmente tutte le creature mitologiche e mitiche apparse in ogni angolo del pianeta e in ogni epoca. Per fare una breve carrellata di alcuni degli argomenti che mi piacerebbe approfondire nei prossimi post di questa rubrica, che dimostra perfettamente come i miei pensieri siano in troppa libertà:
  • H. P. Lovecraft, precursore del genere Fantastico, oltre ad aver inventato un Pantheon di divinità dai nomi impronunciabili come Chtulhu e Shub Niggurath, accomunate da una perversa crudeltà nei confronti del genere umano, riciclò la divinità cananea Dagon;
  • Bram Stoker riprese una leggenda diffusa soprattutto nell'Est Europa, grazie anche a quella gran donna di Erzsebet Bathory, la condì con la figura storica di tale Vlad Tepes, noto impalatore, ed ottenne Dracula, il Vampiro più famoso di tutti i tempi;
  • J. R. R. Tolkien riportò in auge, tramite "Il Signore degli Anelli" e tutta una serie di racconti sconosciuti ai più, l'intera gamma di creature dell'immaginario nordico, quali elfi, nani, orchi, draghi, wurm e chi più ne ha più ne metta;
  • Il cinema ci ha regalato rappresentazioni, a volte patetiche, a volte terrificanti e a volte intriganti, di diverse creature, dagli zombi (a cui voglio prestissimo dedicare un post) ai nuovi mostri del Novecento post-atomico, dagli Alieni ai prodotti di strane mutazioni determinate dalle radiazioni, come formiche giganti, donne dall'altezza innaturale e, soprattutto, Godzilla, il rettile che più di tutti gli altri non vorreste ritrovarvi in casa, fosse anche solo per il fatto che la vostra casa non esisterebbe più;
  • Dungeons & Dragons, il gioco di ruolo più famoso del mondo, che rappresenta per altro un'ottima giustificazione per trovarsi tutti intorno ad un tavolo con bottiglie di vino e pratico salame, ha poi accolto nel suo bestiario tutte le creature scaturite dall'immaginazione di diversi popoli e in diverse ere;
  • Strettamente legato a noi italiani è poi un certo investigatore, con poca fantasia nel vestire e un forte ascendente sulle donne.
Devo però, con forte rammarico, notare, in quanto sopra citato, la totale assenza di alcune delle creature che più hanno popolato le fantasie di noi occidentali nel Medioevo, dimostrazione che anche noi, che adesso ci definiamo civili, abbiamo avuto la nostra buona dose di superstizione. Per questa serie di creature, ritenute diffuse in tutti i territori esterni al limes dell'Impero Romano, vi do una serie di indicazioni, tratte dalla Naturalis Historia di Plinio il Vecchio:

[Blemmae] traduntur capita abesse, ore et oculis pectore adfixis

idem hominum genus, qui Monocoli vocarentur, singulis cruribus, mirae pernicitatis ad saltum; eodem Sciapodas vocari, quod in maiore aestu humi iacentes resupini umbra se pedum protegant.

Grazie alla simpatica "foto di gruppo" riportata qua a fianco, anche i meno avvezzi al Latino capiranno di cosa sto parlando. Da sinistra verso destra vediamo riportati infatti: uno Sciapode (o Monocolo), le cui principali attività, traduco da Plinio, consistevano nel saltare o nel ripararsi dal Sole, sempre tramite l'unico, enorme piede; segue un Arimaspa, versione ristretta del gigantesco Ciclope; un Pigmeo (!), a cui l'autore di questo ritratto attribuisce due teste, probabilmente perché una sola lo avrebbe fatto facilmente passare per un bambino o un nano; un Blemma, che, direi, si commenta da solo e, infine, un Cinocefalo, versione ante litteram del lupo mannaro.

Quest'ultimo potrebbe benissimo essere collegato alle diverse rappresentazioni del dio egizio
Anubi, che sicuramente l'Occidente, per tramite della diffusione dei culti egizi a Roma, conosceva. Voglio permettermi di proporre un'interpretazione simile per lo Sciapode, che mi viene da collegare ad alcune statue protettrici, reperibili nei sepolcri egizi, i cui piedi erano sostituiti da un unico blocco, per evitare che lasciassero il luogo dell'inumazione e facessero mancare al defunto la necessaria protezione. Del resto, l'Egitto ha donato a noi occidentali diversi miti, che in alcuni casi persistono ancora oggi: basti pensare alla leggenda di Atlantide, la cui origine Platone fa risalire alla terra dei Faraoni (spero che nessuno di voi, parlando di miti egizi che sopravvivono nel nostro tempo, abbia pensato a Stargate... nel caso, corro a prendere i ceci per la
vostra penitenza).

Per quanto riguarda i Blemmi, l'unica sfortuna del popolo africano, effettivamente esistito ed abitante delle regioni a sud dell'Egitto (sempre lui...), pare essere stata, come riporta lo studioso seicentesco Samuel Bochart, la traduzione del loro nome dall'ebraico, che suonerebbe come "privi di cervello (testa)". Anche i Pigmei subirono una sorte simile: pygmaios, in Greco, significa "alto un cubito", ossia circa 45 cm, un metro in meno della statura media dei veri Pigmei; gli studiosi medievali intesero alla lettera una frase che intendeva unicamente "di bassa statura" e vi aggiunsero altre caratteristiche mostruose, secondo una tendenza che si riscontra non solo per le creature fantastiche, ma anche per quelle reali.

Esistono poi tutta un'altra serie di creature mostruose, non riportate nella foto di gruppo di cui sopra, che condividono con le sopra citate l'aspetto umanoide, a cui si aggiungono mutilazioni, come gli Astomi privi di bocca, defomazioni, ad esempio nel caso degli Antipodi dai piedi rivolti all'indietro, o caratteristiche animali, come gli Ippopodi, aventi gli zoccoli al posto dei piedi.

Nel Medioevo, queste creature, di cui non veniva messa in discussione l'esistenza ma la funzione all'interno del disegno divino, furono oggetto di speculazione da parte di personalità importanti, tra cui Agostino, i quali ritenevano che essi servissero da esempio e monito agli uomini: le loro caratteristiche mostruose, la mancanza di una civiltà e gli stili di vita animaleschi dovevano essere speculum di ciò che rischiavano coloro che abbandonavano la retta via. Non bisogna difatti dimenticare che, nella concezione naturalistica medievale, ogni animale ha una precisa simbologia ad esso correlata, come ad esempio la scimmia, intenta ad imitare l'uomo ma incapace nel suo intento, simbolo del Diavolo, dalla forte connotazione sessuale.

La cultura popolare del Novecento, però, non ha recuperato, se non nei casi più famosi (ciclopi, chimere, satiri) questa serie di esseri, probabilmente a causa delle loro caratteristiche: ai nostri occhi, un essere con un piede solo che saltella goffamente e, ad un certo punto, stremato, si riposa, utilizzando il proprio piede come ombrello, farebbe unicamente ridere. Lo stesso dicasi per un Acefalo, il quale, almeno per come è rappresentato nel Duomo di Ferrara (foto), sarebbe parecchio buffo. L'unica soluzione per recuperarli sarebbe decisamente medievale, ossia dotarli di caratteristiche mostruose, magari aggiungendo un pizzico di contemporaneità, citando un'alta dose di radiazioni o, meglio ancora, una mutazione genetica indotta dagli esperimenti perversi di una multinazionale del settore farmaceutico.

Prima di chiudere questo capitolo, dedicato al fantastico ante litteram, non posso non citare un autore greco, Luciano di Samosata, il quale, circa 1700 anni prima di Jules Verne, scrisse di viaggi sulla Luna, guerre stellari e creature fantastiche, come gli agguerriti Cazzo-di-cane, i quali, leggo nei vostri pensieri e li smentisco, non
guerreggiavano a casaccio. Il libro in questione è la "Storia Vera", reperibile anche in edizione economica (almeno qualche anno fa, quando, incuriosito, lo acquistai): se siete appassionati del genere Fantastico, dedicate un pomeriggio alla sua lettura.